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La rigenerazione ossea comprende una serie di tecniche chirurgiche che permettono di “ricostruire” l’osso mancante al fine di un corretto posizionamento degli impianti. La perdita di osso è la conseguenza di estrazioni dentarie, infezioni, problemi parodontali, fratture radicolari o danni iatrogeni. Dopo l’estrazione di un dente il volume osseo si può ridurre anche del 25% nei primi mesi e fino al 50-60% negli anni successivi. La scarsa quantità  e/o qualità  ossea prende il nome di atrofia delle ossa mascellari.

Esistono diverse procedure chirurgiche per la rigenerazione ossea da selezionare a seconda della gravità  / estensione del difetto osseo e dell’area anatomica da trattare. In ogni caso vengono utilizzati biomateriali (sostituti ossei), prelievi da altre zone della bocca dal paziente (osso autologo) e/o specifiche membrane riassorbibili e non riassorbibili per promuovere la nuova formazione ossea.

Assolutamente no. L’atto chirurgico di rigenerazione ossea può essere fatto prima o contestualmente all’inserimento implantare a seconda del tipo di atrofia. Come l’implantologia, è indolore, grazie alla corretta preparazione del paziente.

Quando passa l’anestesia, il fastidio è facilmente controllabile con normale antidolorifici e dura pochi giorni. Possono essere presenti gonfiore e livido in corrispondenza della zona operata.

La ricostruzione volumetrica dei tessuti duri (osso) e molli (gengiva) è finalizzata non solo ad un corretto posizionamento implantare ma anche a favorire le condizioni per una riabilitazione protesica duratura nel tempo ed esteticamente ottimale.

Sì. Qualsiasi innesto può essere soggetto ad un’infezione. Tuttavia tali complicanze sono normalmente limitate al sito operato e non gravi. Non riguardano cioè la salute generale del paziente ma solo l’innesto stesso che, nella peggiore delle ipotesi, deve essere rimosso. L’intervento può essere poi ripetuto dopo corretta guarigione.

Casi Clinici

Rigenerazione ossea guidata

La rigenerazione ossea guidata (o G.B.R.) è una procedura chirurgica che permette la riparazione dei difetti ossei (o atrofie) del mascellare superiore e della mandibola. Questa tecnica prevede l’utilizzo di un dispositivo barriera o membrana che viene posizionato a copertura di un innesto osseo (osso autologo e/o biomateriale)  con lo scopo di creare uno spazio protetto a favore della cellule osteoprogenitrici (cellule che inducono la neo formazione ossea) e a discapito delle cellule non osteoprogenitrici (cellule epiteliali e connettivali).

Le membrane si dividono in due grandi categorie:

  • membrane non riassorbibili in politetrafluoretilene ( e-PTFE o d-PTFE) per la gestione dei difetti ossei orizzontali e verticali
  • membrane riassorbibili (collagene nativo, pericardio…) per la gestione di tutti gli altri difetti